percorso separazione Catania – percorso divorzio Caltanissetta – Sicilia
Il divorzio è oggi uno dei temi più dolorosi che mette a dura prova un numero sempre crescente di famiglie, un’esperienza caratterizzata da un turbinio di emozioni, sofferenze e perdite.
Il divorzio mal gestito può portare con sé pesanti conseguenze psicologiche, relazionali, sociali, economiche e legali, per non parlare dei problemi comportamentali e di adattamento dei bambini. Gli attori coinvolti sono tanti: la coppia, la famiglia nucleare, le famiglie di origine, il contesto legale, le amicizie ecc… . Ciascuna dimensione va presa in considerazione se si vuole affrontare con serietà il tema del divorzio.
Proprio per scongiurare il pericolo di rimanere imbrigliati in una separazione complicata, a volte è necessario rivolgersi a figure esperte per gestire al meglio i conflitti, preservando il benessere dei soggetti più deboli e, allo stesso tempo, ricreare la possibilità di un futuro sereno e positivo.
Trattare il tema “divorzio” necessita un allargamento dello sguardo, considerare la crisi in atto come un vero e proprio processo che nasce nella storia della coppia e che si è costantemente alimentato con dinamiche spesso difficili da comprendere.
Una particolare fase del processo del divorzio è “l’alienazione”, che rappresenta la fase in cui un partner inizia ad avviare un allontanamento dal proprio compagno. Tale fase non investe tutti i livelli della relazione. Ad esempio ci si può allontanare dalla sfera sessuale del rapporto, ma mantenere un investimento positivo su altri aspetti della relazione che regalano sensazioni positive e sicurezza. Questa sorta di ambivalenza rende il distacco più doloroso proprio per la coesistenza di spinte di segno opposto, separarsi significa quindi comunque dover rinunciare anche a qualcosa di positivo e rassicurante.
Riuscire a mantenere un rapporto anche dopo la separazione è molto importante per il benessere degli attori coinvolti, coniugi e figli. Ma bisogna stare attenti a come si costruisce il post separazione, valutare se effettivamente è avvenuto un distacco consapevole ed accettato da entrambi. A volte ci sono dei riavvicinamenti positivi, frutto di un lavoro di riflessione interna, con la presa di coscienza della realtà. Altre volte invece, tali contatti hanno alla base la speranza di ritornare insieme, una impossibilità a gestire la lontananza, il distacco del compagno. In questi casi è molto serio il rischio di creare e sviluppare speranze false nell’immaginario dei figli, un insieme di fantasie difficilmente rimovibili, con effetti negativi anche nel futuro.
“Proteggere i propri figli” significa saper dire loro la verità su quello che succede, nel modo e con il linguaggio più appropriati all’età. Lasciare intendere che si sta tornando insieme, quando ciò non corrisponde alla realtà, o far finta che non esiste il conflitto, crea un’alienazione dal reale, una spinta verso una creazione “fantastica” della realtà da parte dei figli. Raccontare senza negare, conservando nel racconto la fiducia verso un futuro sereno, garantendo la continuità dei legami più forti è la strada migliore da percorrere in casi di separazione. Ma per fare questo bisogna che gli adulti escano dal conflitto, che sappiano gestirlo ed elaborarlo con maturità e forte senso di responsabilità. In molti casi è fondamentale l’intervento di esperti per evitare l’esacerbarsi della conflittualità in futuro, con rischio di cronicizzazione a diversi livelli, psicologici, relazionali e sociali.
Everett e Volgy (in “Manuale di Terapia della famiglia, ed. Boringhieri), suddividono il lungo e insidioso processo del divorzio in diverse fasi.
Ciascuna di esse porta con sé delle caratteristiche peculiari. I momenti del processo del divorzio sono:
- Accresciuta ambivalenza: ogni relazione è caratterizzata dalla presenza di sentimenti ambivalenti, positivi e negativi. Solo nel caso in cui tale ambivalenza diviene più presente ed incisiva, allora si possono vedere i primi segnali di una possibile separazione. In genere sono i figli che si accorgono di come l’attuale ambivalenza legata ad una crisi sia differente da quella precedente, e possono allontanarsi dai genitori oppure stringersi ancora di più per il timore della separazione, ancora solo in forma di percezione.
- Distanziamento: rappresenta l’insieme di azioni prodotte dall’ambivalenza. Un coniuge comincia a prendere le distanze dal partner, dai figli e dai membri della famiglia. Inizia una prevalenza di affetti negativi, si mostra una indisponibilità fisica ed emotiva. I figli si accorgono di questo distanziamento, ancora non agito o attuato fisicamente, del genitore più ambivalente. Essi sono confusi dai messaggi contradditori che arrivano dai genitori. Infatti vengono loro rivolte parole di rassicurazione, ma contemporaneamente accompagnate da comportamenti che dimostrano tutt’altro. É la fase in cui i figli possono incominciare a chiedere se si stanno separando, ma le risposte spesso non sono veritiere e creano sfiducia.
- Fantasie e azioni precedenti alla separazione: il coniuge che ha iniziato questo percorso di separazione, comincia ad immaginare di poter migliorare la propria condizione attraverso il distacco dalla propria famiglia, avvicinandosi ad altri partner, alla famiglia di origine. Ma la decisione di separarsi può attendere anche anni, perché connotata di tante paure ed incertezze. C’è intanto un disimpegno dalla relazione coniugale, ed una ricostruzione di legami sociali e familiari che potrebbero sostenere la separazione.
- Separazione fisica: l’allontanamento fisico rappresenta il passo più doloroso e drammatico per i figli. Anche se i genitori hanno in precedenza spiegato loro la situazione, con l’allontanamento di un genitore la realtà prende corpo e sostanza.
- Pseudoriconciliazione: i coniugi spesso si scoprono impreparati a gestire la separazione, e subentrano dubbi e paure che occultano e minimizzano i conflitti esistenti. Spesso si ritorna insieme non perché le difficoltà siano scomparse, ma perché non si riesce a gestire il distacco e l’incontro con il cambiamento. In questa fase si corre il rischio che i figli si creino delle illusioni rispetto alla riconciliazione, costruiranno la fantasia che i propri genitori non si separeranno mai.
- Fantasie che precedono il divorzio: dopo il tentativo di riconciliazione, i conflitti possono ritornare a galla, anche con più impeto. A questo punto potrebbero insorgere sentimenti di disillusione, rabbia, risentimento e aggressività. I coniugi iniziano a prendere coscienza della necessità di divorziare. Le reazioni dei figli possono essere molto forti con comportamenti aggressivi, sintomi psicosomatici, fobie, iniziano ad andare male a scuola, tutti sintomi che attirano l’attenzione, cercando di allontanare i genitori dal conflitto e dalla possibilità di separarsi nuovamente e definitivamente.
- Decisione di divorziare: quando entrambi o uno dei genitori si muovono verso questa decisione, riemergono e si esacerbano i sentimenti di rabbia, le minacce rispetto all’affidamento dei figli, ai beni ecc… . Con il divorzio, vengono a cadere quelle parti relazionali positive che tenevano ancora in piedi il rapporto coniugale. In questo momento possono entrare in gioco i legali e le famiglie di origine che escono allo scoperto.
- Ambivalenza ricorrente: può riemergere una certa ambivalenza emotiva tra i genitori, rancore-attrazione che però diventa rischiosa per i bambini.
- Dispute potenziali:
- La mediazione: tale possibilità si verifica soprattutto quando i due coniugi arrivano insieme alla scelta di divorziare. La mediazione diviene allora la cornice migliore dove poter programmare i nuovi legami, ruoli e responsabilità. Infatti, nonostante la buona predisposizione di entrambi, la separazione reale serba molte difficoltà di adattamento e di riorganizzazione. In questi casi è utile il percorso terapeutico.
- Il contenzioso: certe dispute, risultano difficilmente agganciabili con percorsi terapeutici e di mediazione, così l’ambito legale diviene campo di scontro privilegiato.
- Cogenitorialità successiva al divorzio: la prima fase di ricostruzione di un rapporto post divorzio, inizia con la cogenitorialità che ne segue. Bisogna che si impari a diventare genitori coerenti con il divorzio.
- Nuovi matrimoni: l’equilibrio raggiunto viene messo a dura prova nel momento in cui un genitore inizia una nuova relazione con un’altra persona. Questo evento può produrre la ricomparsa di rabbia, gelosie e risentimenti nel genitore che è ancora da solo, mettendo a rischio i figli attraverso la costruzione di alleanze programmate a discapito del genitore che si sta creando una nuova famiglia. Poi arriva anche il secondo matrimonio che rimette in discussione gli equilibri raggiunti. Si vengono a creare sistemi molto complessi, due sistemi genitori figli e quattro sistemi trigenerazionali il cui fulcro è rappresentato dalla prole.
Nella mia esperienza professionale ho avuto ed ho modo di seguire numerose coppie che stanno vivendo il difficile percorso della separazione e del divorzio. Ciascuna di loro arriva e chiede l’intervento in momenti diversi di tale processo. Alcuni si rivolgono a me nelle fasi iniziali, quando si avvertono i primi segnali, altri nella fase di separazione avvenuta, altri ancora dopo il divorzio avvenuto anche da diverso tempo. Naturalmente ogni famiglia ha le proprie peculiarità ed ogni fase del processo di separazione/divorzio presenta specifiche caratteristiche, per questo il tipo di trattamento deve essere in linea con la realtà presentata. Aspetto comune è rappresentato dalla necessità di allargare lo sguardo nel complicato sistema coinvolto (coppia, figli, famiglie di origine, sistema legale, famiglie ricomposte, ecc…), ma anche rivedere il significato del passato e recuperare la capacità di costruire l’idea di un futuro positivo, tempi che rischiano di perdersi dentro un presente cristallizzato dai conflitti in atto.